lunedì 20 ottobre 2008

Sesso e amore

La conobbi una sera in discoteca, almeno così mi sembra di ricordare, nel peregrinare lento e disordinato tra le lande di questa nostra terra, quando alternavo alla rinfusa viaggi in luoghi antichi e pericolosi a luna park post moderni pressoché deserti, visite a castelli da fiaba o vecchie cattedrali a locali all’ultimo grido pieni di gente alla moda, gite a spiagge da sogno e ben frequentate ad antri da tregenda popolati da mostri e terribili draghi.

In una discoteca ci trovammo a parlare come accade tra due connazionali che si incontrino in terra straniera e di lingua oscura; è difficile adesso riportare come ci “fiutammo” a sensazione ma, su questo, vi chiedo di credermi sulla parola.


Anche lei, come tutti noi, aveva ed ha più di una vita che si mischiano e finiscono con l’influire l’una nell’altra anche se, non vi sembri strano, sono l’una lontana e diversa dall’altra, per non dire all’opposto.

Un amore da una parte, lontano ed irraggiungibile e, per questo, malinconico ed infelice, una storia tormentata dove si avvicendano illusioni e disillusioni, la cui unica fonte di vita è rappresentata da segnali, timidi e blandi, di uno sperato interesse che tarda a manifestarsi pienamente.

Dall’altra parte un frenetico rincorrersi di storie fuggevoli e incontri di sesso, condividendo il piacere estremo di darsi senza freni, ricercando anzi nelle pieghe e nei risvolti del proprio desiderio il limite estremo per ricavarne il gusto di oltrepassarlo ancora una volta.

Non cadete nell’equivoco, l’una vita non è rivalsa dell’altra ma convivono ed entrambe sono volute e cercate, ciascuna risponde ad un suo bisogno: la voglia di sentirsi donna insieme a quella di sentirsi femmina. Per quanto un uomo possa capire, uno di questi due aspetti non può, da solo, ricomprendere l’altro; che poi si riescano a vivere con lo stesso uomo o con più d’uno è altra storia.


Ho lungamente conversato di questo con parecchie donne, non soltanto con l’amica di cui sto narrando; i punti di vista sono davvero sorprendenti e varrebbe la pena che ciascun uomo li conoscesse, che ciascuna donna sapesse che si possono esprimere senza cadere nei luoghi comuni dettati dall’ipocrisia, dal finto moralismo o dal pudore che teme il giudizio.

Nessuna di queste donne ha detto cose banali né me lo ha rimproverato ma tutte, in assoluta libertà, hanno saputo esprimere quanto sentivano dentro avvertendo, con piacere, di non essere giudicate ma soltanto ascoltate.

Mi piacerebbe davvero potere riportare qui la prova tangibile di ciò di cui sto parlando ma, ne sono certo, non riuscirei a farlo nel modo appropriato e non renderei giustizia ai pensieri che stanno dietro questi sentimenti. Ciò che posso fare è mettere questo spazio a disposizione della mia amica e di tutte le altre donne, che conosco o che non ho mai incontrato, che condividono o disprezzano questa tesi, per ospitare non solo i loro commenti ma anche gli scritti sull’argomento che vorranno affidarmi, per postarli in loro vece. Uomini vi suggerisco, per una volta, di ascoltare.

martedì 7 ottobre 2008

Avvenne di notte

Non è vero che tutte le notti sono uguali, a prescindere; alcune iniziano con un tramonto che porta già in sé i segni di ciò che sta per accadere. Non era passato molto tempo dacchè i Cavalieri di Malta, dei quali avevo l'onore e l'onere del comando, avevano giurato fedeltà all'Ordine e ricevuto i primi riconoscimenti quando il Consiglio decise di riunirsi.

Le adunanze mettevano insieme gli Owners di tutti i gruppi, quasi venti, che frequentavano quelle lande, riuniti in alleanze o divisi da odi antichi e feroci: vari Ordini cavallereschi di allineamento positivo, ai quali appartenevamo a quell'epoca, Maghi, Vampiri, Elfi, Valchirie e molti altri.

In occasione delle riunioni del Consiglio tutte le battaglie venivano sospese e, mentre il rappresentante supremo di ogni gruppo partecipava all'assemblea presieduta dalla Regina, tutti i guerrieri si trovavano nelle rispettive sedi ad attendere le novità e a ricordare i momenti più gloriosi della propria storia, ingigantendoli e vantandosene aiutati da grandi libagioni che inducevano tutti, uomini e donne, al buon umore ed alla speranza per il futuro.

Fu proprio in una notte simile, in un momento in cui speranza e apprensione si mischiano, che tutto avvenne rapidamente: un'offesa improvvisa, feroce e volgare, indirizzata verso il nostro Owner rimbalzò come una saetta dalle austere e fredde sale del Consiglio alle stanze del Castello dove noi Cavalieri eravamo riuniti. Alla meravigliata incredulità iniziale subentrò, lenta ma inesorabile, la consapevolezza che non si trattava di un eccesso mal temperato ma, piuttosto, del palesarsi di una congiura contro l'Ordine Crociato.

Tante sono le cose che si possono fare in casi come questi, tante quanti sono i pensieri che subito riempiono la mente. Di tante, purtroppo, non ne scegliemmo una soltanto e quella diventò la notte della divisione, ogni testa fece da tribunale e l'unità dei quattro gruppi si rivelò soltanto una vana illusione. Ciascuno fu lasciato libero di fare ciò che cuore e ragione gli suggerivano ma, come sovente accade in casi simili, la ragione dei singoli non compone quella del gruppo.

Il risultato fu che alcuni Cavalieri, indignati dall'accaduto e convinti che non vi fosse speranza di vittoria contro una corruzione talmente diffusa, presero armi e bagagli e seguirono il loro Owner alla ricerca di una nuova terra ed io fui tra questi; alcuni Cavalieri, animati da desiderio di rivincita e di riscossa, decisero di rimanere e di giocare il ruolo che il destino aveva loro riservato nelle terre che da sempre avevano amato; altri Cavalieri decisero di confluire in altri gruppi o di fondarne di nuovi, pur di rimanere in quella che sentivano casa loro; altri, infine, se ne andarono raminghi.

Il resto è un'altra storia o, meglio, tante storie, ciascuna delle quali meriterebbe di essere raccontata e non escludo di farlo in futuro, naturalmente per la parte che conosco; tuttavia sarò ben lieto di ospitare in queste pagine il contributo storico di coloro i quali fecero una scelta diversa dalla mia e che vorranno raccontarci che ne è stato del loro futuro.

Di una cosa porto ferma convinzione: che chiunque tra noi, anche coloro i quali andarono via sbattendo la porta, rechi con sé il fascino e la magia di quei tempi gloriosi e la nostalgia dei vecchi compagni, ché anche quella fu la nostra vita, per quanto a volte ci sembri talmente lontana da pensare di averla vissuta davvero in un'altra epoca.

sabato 4 ottobre 2008

Commenti amichevoli

Ebbene sì! qualcuno dei lettori, finora soltanto ipotizzati, si è palesato esprimendo commenti amichevoli sull'amicizia; inutile scrivere quanto piacere ci abbia fatto.

Dunque l'amicizia vive non soltanto nei fatti concreti e quotidiani che coinvolgono milioni di persone con amicizie che si riscoprono, si rinsaldano, si inventano, si tradiscono, si trasformano, si concludono ma anche come desiderio astratto di amicizia, come sentimento e necessità che aleggiano nell'aria e colpiscono tutti, volenti o nolenti.

Ciò che poi ciascuno di noi ne fa è storia propria.